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Un mucchio di spazio sopra di noi

Perché le AI, nei film, sono così spesso di intelligenza più-o-meno-umana? Una delle ragioni è che quasi sempre non riusciamo a vedere i non-umani come non-umani. Tendiamo cioè ad antropomorfizzare. Ecco perché gli alieni e i robot dei racconti sono sostanzialmente degli umani con grandi occhi o con una pelle verde o qualche potere speciale. Un altra ragione è che è difficile, per uno scrittore, tratteggiare caratteri più intelligenti dello scrittore stesso. In che modo, esattamente, una macchina superintelligente risolverebbe il problema X? Non sono così intelligente da saperlo.

La capacità umana di ottimizzazione efficiente inter-dominio non è un limite superiore naturale all’intelligenza. È solo un limite ristretto, accidentale e temporaneo creato dall’evoluzione e dovuto a cose come il lento tasso di scarica neuronale e a quanto largo può essere un teschio per attraversare la vagina di un primate. Einstein potrebbe sembrare molto più intelligente di uno scemo del villaggio, ma questa differenza è ridimensionata dalla differenza tra lo scemo del villaggio ed un topo.

Nelle parole di Vernor Vinge:

La migliore risposta alla domanda, “I computer saranno mai intelligenti quanto gli umani?” è probabilmente “Sì, ma solo per un po’.”1

Come potrebbe un’AI surclassare le abilità umane? Facciamo una lista di modi…

  • Velocità. I nostri assoni trasportano segnali a settantacinque metri al secondo, o meno. Una macchina puo instradare segnali a una velocità circa quattro milioni di volte maggiore.
  • Profondità seriale. Il cervello umano non riesce ad eseguire rapidamente un calcolo che richieda più di un centinaio di step sequenziali, pertanto si affida a un calcolo massivamente parallelo.2 Quando vengono migliorate le computazioni sia parallele che profondamente seriali, si aprono nuove possibilità.
  • Risorse di calcolo. Le dimensioni del cervello ed il numero dei neuroni sono limitati dalla dimensione del teschio, metabolismo ed altri fattori. Le AI potrebbero invece essere costruite grandi come città, o di più. Quando poi non potremo più restringere i circuiti, ne aggiungeremo semplicemente di più.
  • Razionalità. Come abbiamo esplorato in precedenza, i cervelli umani non fanno nulla che somigli a formazione delle convinzioni ottimali o conseguimento degli scopi. È possibile invece costruire da cima a fondo macchine che usino (approssimazioni computazionalmente trattabili di) reti di decisioni Bayesianamente ottimali, e a dire il vero questo è già un paradigma cardine nel design di un agente artificiale.
  • Accesso/editabilità introspettiva . Come umani non abbiamo quasi alcun accesso introspettivo ai nostri algoritmi cognitivi, e non possiamo facilmente modificarli e migliorarli. Le macchine possono già farlo (vedi EURISKO e le metaeuristiche). Un miglioramento minimo, come il metodo dei loci, migliora grandemente la memoria umana; le macchine possono fare questo genere di cose in quantità enormi.
  • Ed è solo una lista parziale. Considerate quanto le macchine hanno superato le nostre abilità nell’aritmetica, o quanto migliori di noi diventeranno a giocare a scacchi o a guidare tra vent’anni. In linea di principio, non vi è ragione per cui non possano surclassarci con lo stesso vantaggio nella progettazione di tecnologia o l’intelligenza generale. Il livello umano non è che una piccola sosta sulla strada del più alto livello di intelligenza permesso dalla fisica, e c’è ancora un mucchio di spazio sopra di noi.

    * * *

    1Vernor Vinge, “Signs of the Singularity,” IEEE Spectrum, June 2008,http://spectrum.ieee.org/biomedical/ethics/signs-of-the-singularity.

    2J. A. Feldman and Dana H. Ballard, “Connectionist Models and Their Properties,” Cognitive Science 6 (3 1982): 205–254, doi:10.1207/s15516709cog0603_1.